Spettacolo …”Caricature frivole”… 

Giovedì 10 novembre dalle ore 11.00 alle ore 12.00 in Aula Magna (per studenti e docenti dell’Accademia) …”caricature frivole”…
allegretto ma non troppo su partitura di novelle e brani di Vitaliano Brancati
composizione drammaturgica e regia Nino Romeo con Graziana Maniscalco
e Nino Romeo, produzione Gruppo Iarba / GRIA Teatro

Caricature frivole è un’espressione usata da Vitaliano Brancati -in una lettera scritta al padre nel 1937- per definire i suoi personaggi: ed è espressione carica di amara autoironia se pensiamo al tormento -sempre intimo, mai esteriore- dei personaggi brancatiani; e del loro autore.

E questo tormento -mai invadente, mai ostentato- fa da basso continuo stendhaliano alle frivolezze balzachiane e flaubertiane di Brancati narratore e saggista.  
Ho composto, dunque, la partitura di questo allegretto ma non troppo tenendo conto di umori altalenanti e conviventi; ed ho intrecciato e rintracciato novelle e brani, partendo da alcune tappe biografiche di Brancati.

La prima tappa ci porta a Pachino, paese natale e prototipo della provincia siciliana, in cui è ambientata la Singolare avventura di Francesco Maria. In verità, la singolare avventura vissuta dal protagonista della novella, ha per sfondo Catania: ed è proprio il rapporto tra vita da provinciale e vita da cittadino, con le conseguenti falsificazioni, a generare la comicità per contrasto che è il motore di tutta la vicenda; ed il pretesto per falsificazioni e comicità è offerto dal dannunzianesimo, moda -non solo letteraria- imperante nei primi decenni del Novecento, che coinvolse anche il giovane Brancati -dato biografico anche questo; anche qui, autoironia beffarda e impietosa-.

Il secondo dato, determinante nella vita e nella produzione letteraria, è il distacco netto e incontrovertibile dal fascismo. Brancati, ventenne, aderì con passione al fascismo; ma con altrettanta passione e con determinato disprezzo -che ha pochi paragoni tra i letterati che compirono uguale tragitto- rifiutò quell’esperienza, giudicandola un impazzimento personale; e giudicando, di conseguenza, il fascismo, il delirante dissennamento di un popolo che aveva estromesso il pensiero dalle proprie funzioni vitali. Sono esemplificativi di questo atteggiamento radicale i due saggi –Istinto e intuizione e I nomignoli– tratti da I fascisti invecchiano. E ne è, soprattutto, testimonianza, La noia del ‘937, novella dai tratti autobiografici: qui, il protagonista, Domenico Vannantò, si rifugia a Caltanissetta, proprio come aveva fatto Brancati nel 1937 che abbandona i successi e gli onori della capitale accettando di vivere da solitario il disgusto e l’uggia per quel mondo e per il regime che glieli avevano tributati.

Il terzo aspetto biografico riguarda il rapporto di Brancati con la censura. Dopo aver subito le reprimenda dei critici letterari di regime -Chiarini-, i divieti della censura fascista, gli ostacoli frapposti alla rappresentazione di sue opere, nel 1951 la censura democristiana pone il veto alla rappresentazione de La Governante. Questa persecuzione sistematica, da qualunque latitudine politica, ci richiama alla mente un altro personaggio ‘maledetto’ di cui nel 2022 ricorre il centesimo anniversario della nascita: Pier Paolo Pasolini.

[Nino Romeo]

Opere

  • Lettera al padre (1937) – Singolare avventura di Francesco Maria (1941) 
  • Istinto e intuizione (1946) – La noia del ‘937 (1944) – I nomignoli (1946) –  La doccia (1945) 
  • Lettere edite ed inedite (per gentile concessione della famiglia Brancati) – da Gli anni perduti (1938)