Tre artisti hanno denunciato le società alle spalle di due fra i più importanti sistemi di IA generativa. Stability AI e Midjourney sarebbero state addestrate utilizzando senza permesso miliardi di immagini protette da diritto d’autore.

Un collettivo di artisti ha deciso di intraprendere una battaglia legale contro le società creatrici di sistemi di IA generativa. Si parla delle società Stability AI – creatrice di Stable Diffusion – e Midjourney, cioè quei software che facendo uso di tecniche di Intelligenza Artificiale, sono capaci di generare immagini da un semplice testo scritto.

Il collettivo – composto da tre artisti e rappresentato dall’avvocato Joseph Saveri – ha intentato una class-action a San Francisco. Motivo del contendere presunte violazioni del DMCA, la legge americana che norma la disciplina del copyright, del diritto di pubblicità e della concorrenza.

Al centro del caso giudiziario ci sono i dati utilizzati da queste società per “addestrare” le IA: secondo gli artisti, sarebbero state utilizzate miliardi di immagini protette da copyright – comprese le loro ovviamente – per creare i modelli grazie ai quali le IA generano le loro immagini.

E, cosa ancor peggiore, tramite questo addestramento le IA riuscirebbero anche a creare immagini capaci di copiare lo stesso stile di un artista. “Gli artisti coinvolti nella class-action cercano, tramite questo procedimenti giudiziario, di porre fine a questa palese ed enorme violazione dei loro diritti. Temono che le loro professioni possano essere cancellate da un computer addestrato sfruttando indebitamente il loro lavoro di anni.” scrive in una nota lo studio legale.

Fra le aziende denunciate anche DeviantArt, che ha introdotto il generatore di immagini DreamUp basato sempre su Stable Diffusion.

Curioso il fatto che fra le aziende denunciate non c’è OpenAI, l’organizzazione che ha creato DALL-E. Anche se i promotori non hanno spiegato il perché di questa strana assenza – si può dire che DALL-E è il software che ha portato le creazioni artistiche tramite IA generativa agli onori della cronaca – da più parti si avanza l’ipotesi che OpenAI abbia addestrato l’IA utilizzando, tramite un accordo di licenza, le immagini stock di siti come Shutterstock.

L’iter prevede prima un giudizio sulla legittimità della class-action e poi l’eventuale “vero” processo

L’accoglimento della class-action appare, ai più, estremamente incerto: se l’utilizzo di immagini protette da copyright per addestrare l’IA sembra essere ormai conclamato, c’è chi ritiene questo comportamento un semplice problema etico e non una violazione della legge.

Come spesso accade, potrebbe essere dirimente, nel giudizio dei giudici, l’aspetto economico: se i querelanti riusciranno a dimostrare che, tramite l’utilizzo improprio di immagini coperte da copyright, le aziende sviluppatrici hanno ottenuto vantaggi commerciali e profitti, allora la bilancia penderebbe decisamente a favore degli artisti. Difficile pensare all’apertura di un caso, invece, in mancanza di questa dimostrazione.

La Corte Distrettuale di San Francisco dovrà esprimersi, presto, sull’accoglimento della class-action: dovrà valutare, quindi, se è il caso o meno di imbastire un processo. Un’eventuale accoglimento della class-action non significherebbe che i giudici hanno dato ragione agli artisti, ma semplicemente che sono stati trovati sufficienti motivi per celebrare un processo.

Notizia ricavata da https://www.dday.it/redazione/44779/denunciati-i-creatori-di-stability-ai-e-midjourney-ia-addestrate-con-miliardi-di-immagini-protette-da-copyright