Catania, 23 dicembre 2022 – “La scultura, che riunisce i pieni e i vuoti in una alternanza ritmica e spaziale, evoca l’essere umano, la sua silhouette ritagliata nel metallo in figure dinamiche dalle pose diversificate – echi degli omini di Keith Haring – che s’intersecano con l’aria che le avvolge e la materia che le circoscrive. Persone allineate paiono attraversare una parete in acciaio divenuta filtro dalla quale originano e sono sostanziate”.
È un passaggio della motivazione con cui la Commissione esaminatrice ha assegnato a Noemi Di Benedetto, allieva dell’Accademia di Belle Arti di Catania, il secondo premio al 26° Concorso Internazionale “Scultura da vivere” per il progetto dell’opera “Rinascita”. La manifestazione, svoltasi nei giorni scorsi a Cuneo, è organizzata dalla Fondazione Peano, impegnata a promuovere la scultura e il suo inserimento nell’ambito naturale urbano. Noemi Di Benedetto, 26 anni, allieva del prof. Riccardo Cristina, docente di Plastica Ornamentale al Dipartimento Arti Visive, frequenta il terzo anno di Product Design all’Accademia di Belle Arti di Catania.
La Commissione che ha esaminato le opere in concorso era composta da Alessandro Abrate, storico dell’arte e curatore, Cristina Clerico, Assessora alla Cultura della Città di Cuneo, Roberta Ingaramo eEzio Ingaramo Presidente e Vice presidente della Fondazione Peano, Ivana Mulatero, curatrice del Museo Civico Luigi Mallé. “La priorità iniziale di valutazione – ha spiegato la commissione – ha riguardato la pertinenza con il tema indicato, cui hanno fatto seguito la modalità di inserimento nel contesto ambientale (urbano e/o paesaggistico), la soluzione ideativa e progettuale e la scelta espressiva mediante la forma e i materiali”.
La motivazione del premio prosegue con: “La materia con la sua essenzialità e uniformità rafforza il concetto di una folla in movimento composta da esseri umani che sono parte di un ‘io collettivo, un noi-mondo che non è indifferente agli orrori della guerra e si dimena scansando gli ostacoli per cercare una via d’uscita in una dimensione corale. Quella compattezza, che è parte integrante del tema del concorso, riconosce la forza propulsiva insita nei popoli quale motore di cambiamento di ogni epoca. Nel contempo, l’opera si segnala per l’eleganza della concezione estetico-formale secondo una tradizione modernista della scultura, ambito verso il quale il concorso “Scultura da Vivere” ha più volte manifestato la sua scelta”.