Dottorati di ricerca Afam

Dottorato di ricerca in Scienze della produzione artistica e del patrimonio – XL Ciclo 2024-2027

È istituito, per l’anno accademico 2024-25, il I ciclo dei Corsi di Dottorato di Ricerca AFAM in forma associata dal titolo: Scienze della formazione artistica e del patrimonio, con sede amministrativa
presso l’Accademia di belle arti di Catania e sedi formative anche nelle istituzioni Afam in forma associata.

Il Corso di Dottorato di Ricerca AFAM in forma associata dal titolo: Scienze della produzione artistica e del patrimonio, I ciclo, è bandito dall’Accademia di belle arti di Catania, in convenzione con: con le Accademie di belle arti di Firenze, di Macerata, di Urbino, con il Conservatorio musicale Vincenzo Bellini di Catania e con l’Istituto Superiore per l’Istruzione Artistica di Faenza; con tali istituti AFAM l’Accademia di belle arti di Catania rilascerà titolo congiunto ai sensi dell’art. 3, comma 3 del D.M. 470/24. Ai sensi del D.M. 630/2024, imprese partner sono individuate nel: Comune di Siracusa, nel Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e nella Fondazione Rossini Opera Festival di Pesaro.

È indetto il concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione al Corso di Dottorato di Ricerca AFAM in forma associata dal titolo: Scienze della produzione artistica e del patrimonio, I ciclo, di durata triennale, di cui all’allegato bando (versione Italiano e Versione Inglese).

Unità Organizzativa Responsabile del Procedimento è l’Accademia di belle arti di Catania, via del Bosco 34/A, 95125 Catania,
Codice fiscale 80011550870, Codice Ministeriale CTSM01000L,
Email: dottorati@abacatania.it

Il coordinatore del dottorato di ricerca è il
prof. Vittorio Ugo Vicari
vittoriougovicari@abacatania.it

Il collegio di dottorato è composto da Docenti di ruolo e tempo determinato dell’Accademia di belle arti di Catania e dai soggetti in forma associata e dalle aziende partner.

Obiettivi del corso
Obiettivo primario del corso, generalmente inteso, è la circoscrizione di un campo d’indagine artistica, storico-artistica, patrimoniale, critica e curatoriale che, al primo ciclo di un dottorato di ricerca AFAM, ancora stenta a trovare precisi ambiti definitori. Al pari di una “fondazione”, il suo titolo intendere coniugare parole e frasi chiave fondamentali e durevoli come “patrimoni/heritages, ritualità/cerimonialità, con le frontiere della post contemporaneità, oggi dettate dalla cultura dell’innovazione, dalle transizioni digitali e ambientali, dai processi di internazionalizzazione, smaterializzazione, potenziamento, implementazione, multidisciplinarietà e condivisione in rete dei risultati, in una prospettiva di “audience studies” versati nel vasto e democratico alveo delle “open sources”. Alcuni di questi ingredienti sono già ampiamente sperimentati nello studio e nella ricerca universitaria, teorica e di laboratorio; qui, per la prima volta, si tenta la via della loro applicazione alle produzione e alle pratiche artistiche e della progettazione artistica per l’impresa, svincolandole definitivamente (almeno questo è l’intento) dalla nozione e concetto di “art pour l’art”, tentando, per converso, una via “di pubblica utilità”. I caratteri del progetto sono così perfettamente integrati ai desiderata della Comunità europea, in particolare agli indirizzi forniti dal PNRR, nella prospettiva di una piena Assicurazione della qualità nello Spazio europeo dell’istruzione superiore.

Sbocchi occupazionali e professionali previsti
La formazione di III livello ha il compito di portare i dottorandi dalla sfera degli studi meramente speculativi (teorici e teorico-pratici) alla definizione ultima e matura della propria sfera artistica e professionale. Dando per scontato che tale processo di transizione sia in corso nei candidati, perché già avvezzi alle buone pratiche dalle precedenti esperienze formative di I e II livello, obiettivo del Dottorato di ricerca AFAM in “Scienze della produzione artistica e del patrimonio” è quello di rafforzare nel* corsista le migliori competenze di alto profilo artistico e professionale, favorendo la transizione verso una economia basata sulla conoscenza digitale, sulla sua internazionalizzazione e sulla più ampia condivisione etica del sapere. In tal modo, s’intende contribuire alla definizione di nuove “professioni” dell’arte e della cultura, specificamente votate alla “specializzazione intelligente”, massimamente inclini verso l’adattabilità ai cambiamenti post digitali che le future società attendono. In virtù dell’alto livello di specializzazione tecnologica, interdisciplinare e linguistica che il progetto nel suo insieme richiede, la figura di Ph.D. che deriva, troverà ambiti di valorizzazione in una filiera culturale e artistica ampia e comprensiva, che va dalle professioni archivistiche e catalografiche del patrimonio, all’ambito curatoriale, al design della comunicazione visiva, per enti, istituzioni, aziende, imprese etc., delle sfere pubblica e privata, in Italia così come all’estero.

Curriculum dottorali afferenti al Corso di dottorato

[3 borse ]
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Archivi e repertori teatrali: carte / costumi / scenografie / scenotecniche /repertori / drammaturgie / performance contemporanee
1 Accademia di belle arti di Catania
1 Accademia di belle arti di Urbino
1 conservatorio di Musica di Catania

Il curriculum intende selezionare progetti di ricerca volti allo studio e alla catalogazione del patrimonio archivistico, costumistico, scenografico, scenotecnico e drammaturgico di alcuni importanti teatri italiani. Tale studio e processo di catalogazione rappresenta un fondamentale elemento di novità nel panorama delle ricerche di molti enti teatrali italiani ed è finalizzato alla valorizzazione e al pubblico godimento di un heritage a continuo rischio di dispersione oltre che a successivi percorsi di salvaguardia e restauro. Il focus del curriculum è centrato sui progetti di archiviazione digitale dei materiali cartacei, costumistici, scenografici, scenotecnici, così come ai repertori drammaturgici della contemporaneità, con particolare riferimento alla tradizione classica, di prosa, coreutica e melodrammatica. Particolare attenzione sarà rivolta alle proposte che dimostrino spiccate attitudini verso la transizione digitale/ambientale e l’internazionalizzazione degli archivi, così come il loro potenziamento, la loro continua implementazione, l’efficienza, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica nella direzione indicata dai più recenti sviluppi in materia di riorganizzazione dei patrimoni materiali e immateriali. Archivi digitali che offrano un approccio multidisciplinare e che siano in grado di dialogare con diverse banche dati, anche su piattaforme internazionali ed open source, come ad esempio il portale Europeana. Nell’ambito della valutazione, particolare rilievo verrà dato alla nozione di repertorio, secondo la distinzione proposta da Diana Taylor nell’ambito della scuola di Richard Schechner, quale possibilità di conservare e trasmettere conoscenza attraverso una misura embodied, come ci insegna la genealogia attoriale nell’ambito del teatro e tutto ciò che pertiene al carattere immanente della performance, intese anche come rituali e cerimonie.

[5 borse]

Design della comunicazione visiva e utilità pubblica
2 Accademia di belle arti di Catania
1 Accademia di belle arti di Firenze
1 Accademia di belle arti di Macerata
1 Istituto Superiore per le Industrie artistiche di Faenza

Il curriculum intende selezionare progetti di ricerca che indagano e riflettono sulla figura dell’intellettuale-tecnico e sui professionisti nel campo del design della comunicazione visiva e nel settore dell’utilità pubblica. Si pone, inoltre, l’obiettivo di favorire progetti di ricerca mirati alla trasmissione e comunicazione dei valori costituiti dal patrimonio artistico culturale territoriale ed extraterritoriale. La grafica di pubblica utilità si distingue da quella commerciale per la componente culturale del fare grafico e comunicativo, formando un pensiero, nato da donne e uomini che con la progettazione grafica si sono impegnati per una cittadinanza che osservi per capire, cercando in essa una reazione, un consenso partecipato che renda maggiormente responsabili nella società in cui viviamo. Il progettista grafico svolge un’attività tecnica e intellettuale finalizzata al raggiungimento di un obiettivo (e non di art pour l’art). Ciò che viene progettato è l’insieme degli artefatti comunicativi in diversi ambiti: dalla progettazione dell’identità visiva di enti pubblici e privati per la produzione di eventi culturali e mostre, alla progettazione editoriale di libri, cataloghi, monografie, sistemi di collane per la grande distribuzione fino alla grafica responsabile di utilità pubblica rivolta alla comunità: una grafica di impegno civile di libertà, dignità e diritti, di inclusione, senza distinzione etnica, di genere e di opinione politica. L’obiettivo è quello di formare ricercatori interessati al piano critico-metodologico e applicativo nell’ambito del “Design della comunicazione visiva e utilità pubblica”; progettare nel segno di una nuova consapevolezza: quella della responsabilità intellettuale e sociale che è connessa alla professione del grafico. Il progetto grafico nella transizione tecnologica e digitale affronta nuovi percorsi, approfondendo nuovi metodi, strumenti e processi per l’innovazione e la cultura di progetto.

[2 borse ]

Nuove metodologie del contemporaneo
nell’ambito delle arti visive performative e applicate

1 Accademia di belle arti di Catania
1 Accademia di belle arti di Urbino

Il curriculum prevede di selezionare progetti di ricerca che riportino ipotesi, riflessioni e comparazioni riguardo agli approdi metodologici delle arti visive in relazione all’espansione delle piattaforme simboliche, digitali e sociali come luoghi di costante sovraesposizione visiva e al contempo spazi di profilazione e di produzione linguistica e artistica che si aggiungono agli spazi espositivi canonici. Sono da considerarsi di particolare interesse gli studi sulle attuali e previsionali potenzialità dell’immaginazione come divergente attitudine umana anche cibernetica e artificiale, i report sulle influenze che scienze applicate e tecnologia esercitano su qualità e quantità della produzione artistica contemporanea e le analisi del processo di dematerializzazione che investe il corpo, lo stile e la moda come temi di frontiera delle recenti pratiche delle arti visive e performative. Specifica considerazione viene rivolta a temi di ricerca che informano dell’evoluzione internazionale del metodo e del pensiero artistico riguardo alla persistente diffusione di modelli preordinati e omologanti che attengono alla formalizzazione dell’opera d’arte, dal punto di vista estetico e a partire dal versante etico, culturale, geografico e politico considerando la vocazione del contemporaneo quale produttore e propagatore di opere come punti critici ancor più che come soluzioni. Sul segmento che afferisce alla valutazione, vengono altresì considerati di indubbio valore affondi strutturati che tengano in opportuna considerazione musei, gallerie, mostre, movimenti, artisti, eredità culturali e fasi evolutive che caratterizzano la storia delle arti visive in relazione al pensiero trasversale che legge le arti contemporanee in relazione a un tempo frammentato oggi connesso a declinazioni tecniche immersive, sonore, performative, anche ispirate dalle istanze della transizione digitale e ambientale.